Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/08/2021 Qui - Per la regia spesso brillante e spigliata di Jonathan Levine, un esperto di commedie indiavolate (che qualche sbaglio l'ha però pure fatto, si ricordi di Fottute!), ed a volte pure autore con sprazzi di efficace e malizioso piglio narrativo che ricorda, qui in particolare, lo stile sfrontato e disarmante dei fratelli Farrelly dei tempi di Tutti pazzi per Mary, Long Shot (titolo originale più indicativo di quello un po' insensato italiano) si trasforma poco per volta in una commedia sempre in bilico tra comicità a grana spessa, se non proprio greve, e quel politically correct camuffato per il suo esatto contrario. Di fatto il film ha momenti esilaranti che funzionano bene, e si giova di due protagonisti superlativi e che insieme funzionano clamorosamente bene: Charlize Theron, statuaria più che mai, ma capace di ridicolizzarsi e umanizzarsi anche restando un'icona di perfezione, ed un Seth Rogen pungente e masochista come appare nelle migliori produzioni cameratesche made in Judd Apatow o James Franco. Forse non propriamente originale per il soggetto e per come si sviluppa, ma il film di Levine appare (non per caso) come un prodotto gradevole, spigliato e dinamico, che intrattiene senza sforzi anche facendo uso di dialoghi e situazioni, a volte, un po' enfatici. Nonostante la durata, superiore alle 2 ore, il film scorre piacevolmente (il buon ritmo sopperisce a certe lungaggini), risultando così una commedia simpatica dove alla fine ci si accorge che non si è riso sguaiatamente ma si è sorriso in attesa del lieto fine. Voto: 6+
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