Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/08/2021 Qui - Il mestiere del genitore è difficile, quello del genitore affidatario lo è molto di più e se veramente il film in questione prende spunto da una storia vera, allora questo compito meriterebbe anche la beatificazione. Una dramedy discreta che propone tematiche nobili e di grande sensibilità, mettendo in evidenza il difficile rapporto generazionale e genitoriale mostrando un certo garbo, ma anche una evidente enfasi narrativa, capace di rendersi apprezzabile e godibile. Emozionante e spiritosa al tempo stesso grazie alla buona prova di tutto il cast. Mark Wahlberg è una garanzia e la Rose Byrne col suo fare "radical chic" è ben centrata nella parte. Le giovani leve (tra cui Isabela Moner, già ammirata in Soldado) se la cavano discretamente. Il regista Sean Anders, cavalcando il precedente successo ottenuto con la "saga" Daddy's home, dirige così un'altra commedia con al centro le dinamiche familiari puntando sulla brillantezza di talune situazioni e non calcando troppo la mano sul versante drammatico della vicenda, riuscendo a farsi sufficientemente apprezzare. Perché sì, il tessuto narrativo percorre lidi già battuti senza proporre niente di particolarmente originale, ma almeno è sincero nella sua attuazione. Voto: 6
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