Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/08/2021 Qui - Dopo aver esordito con uno psico-thriller (Perfect Blue) ed aver intrapreso il difficile campo del memoir (Millennium Actress), quel grande amatore del cinema occidentale che fu Satoshi Kon si cimentò con un genere a lui apparentemente non congeniale, il blockbuster natalizio per famiglie. E un po' a sorpresa, ma non tanto, dopotutto Satoshi Kon è sempre una garanzia, egli firmò un prodotto notevole, nonostante un finale un po' affrettato che penalizza un po' il risultato finale. Disegni stupendi e curati nei minimi particolari, storia accattivante, personaggi mai troppo comuni (i tre protagonisti sono un travestito, un alcolizzato e una bambina scappata di casa per un futile motivo). Peccato però che abbia abbandonato in questo lavoro quel surrealismo che avevo tanto apprezzato nei suoi film precedenti per confezionare un prodotto più lineare: ecco infatti una favola natalizia, confezionata in maniera diversa dal solito ma pur sempre legata ad alcuni cliché (la ricerca di una dimensione familiare che i protagonisti hanno perso per gli eventi drammatici delle loro esistenze viene sublimata nella tragicomica avventura alla ricerca della madre di una bimba abbandonata proprio sotto le feste natalizie). Non mancano comunque le trovate geniali e lo humor tipico del regista giapponese, in grado di strappare qualche risata anche nei momenti più drammatici. Tokyo Godfathers è indubbiamente il film più "normale" di Satoshi Kon, forse non il più bello (personalmente ho notato, nonostante l'interesse provato durante la visione, certi rallentamenti nello svolgimento della trama, che mi hanno leggermente annoiato) ma comunque ugualmente riuscito. Voto: 6,5
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