Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/09/2021 Qui - Il soggetto (che traeva spunto da un fatto di cronaca avvenuto in Germania) era molto accattivante: un medico di origini ebraiche che rinuncia a soccorrere un uomo di fede neonazista. Così come lo sviluppo legato al senso di colpa poteva portare a una serie di accadimenti di un certo rilievo. La verità è che il film si sgonfia su se stesso, chiudendosi in quei silenzi che voleva narrare ma che alla fine non portano quasi da nessuna parte. Nonostante siano evidenti il peso delle azioni e le loro conseguenze, i personaggi sembrano essere tutti in grado di avere una seconda possibilità. Al film manca la benzina proprio quando doveva accelerare. L'attrazione tra la Sara Serraiocco e Alessandro Gassman (che comunque le loro interpretazioni l'unica cosa buona) mi è parsa una inutile forzatura (tanto per ravvivare il film alquanto noioso). Un po' monocorde nei toni, elusivo nei temi, nelle problematiche, un'elusività che sa d'incompiutezza. Esordio dai nobilissimi intenti per Mauro Mancini, che tuttavia firma un film che è didascalico e prevedibile in ogni dettaglio, e che gli è riuscito a metà. Voto: 5
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