Titolo Originale: HHhH o The Man with the Iron Heart
Anno e Nazione: Francia, Regno Unito, Belgio, USA 2017
Genere: Thriller, Drammatico, Guerra, Biografico
Produttore: Daniel Crown
Regia: Cédric Jimenez
Sceneggiatura: Audrey Diwan, David Farr, Cédric Jimenez
Cast: Jason Clarke, Geoff Bell, Enzo Cilenti, Thomas M. Wright, Steve Evets
Noah Jupe, Stephen Graham, Mia Wasikowska, Jack Reynor
Rosamund Pike, Jack O'Connell, Volker Bruch, Gilles Lellouche
Durata: 115 minuti
Jason Clarke e Rosamund Pike nell'adattamento del romanzo di Laurent Binet.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/02/2020 Qui - Già portato sul grande schermo con Anthropoid (anche se al contrario del film di Sean Ellis il suddetto è l'adattamento del romanzo che da il titolo alla versione italiana), torna l'attentato di Praga del 1942 dove fu ucciso uno dei più grandi gerarchi nazisti, quel Reinhard Heydrich alias Il Boia di Praga, ideatore della soluzione finale contro gli ebrei. Se (Missione) Anthropoid lasciava praticamente fuori la figura del generale nazista, in questo film (HHhH oppure The Man with the Iron Heart) è la figura centrale della prima, quella della formazione e della sua adesione al nazismo di Hitler. La moglie stessa sembra quasi simboleggiare la Germania, ricca ma umiliata dal trattato di Versailles e facile preda del fascino dell'ideologia di Hitler. Introduce il marito nel partito, crede di averne il controllo, ma ormai è come un cavallo impazzito senza più briglie che lo tengano. L'impostazione data al film (diretto da Cédric Jimenez) non mi ha convinto molto. Si privilegia la figura di Heydrich nella prima parte (quest'ultimo interpretato da un Jason Clarke insolitamente biondo), risaltando anche il personaggio della consorte (è Rosamund Pike a prendersi ancora un ruolo odioso), ma con l'introduzione della Resistenza cecoslovacca (sono Jack O'Connell e Jack Reynor i due paracadutisti) se da una parte hai uno sguardo più completo, dall'altra ha comportato almeno due svantaggi. Il primo è con Anthropoid stesso (decisamente migliore nel complesso) che lascia volutamente (e forse giustamente) Heydrich fuori dal discorso, se non come obiettivo del commando. L'altro svantaggio è nel trattare la figura del gerarca che viene non dico interrotta (malamente, colpa anche del brutto taglio netto, in due, che si da al film) ma quasi (anche se poi francamente del come è diventato "mostro" è poco interessante) e sacrificando sull'altare il personaggio della moglie che pressoché scompare. Uno sguardo più a 360 gradi ma a scapito dei personaggi, sia da una parte che dall'altra. E così L'uomo dal cuore di ferro diventa paradossalmente più interessante (ed avvincente) nella seconda parte non "nuova" che nell'originale prima, e riesce nell'impresa di non essere appassionante in entrambi i fronti, risultando alla fine un film a metà, in tutti i sensi. Voto: 5
Nessun commento:
Posta un commento