Titolo Originale: Skammerens Datter II: Slangens Gave
Anno e Nazione: Danimarca 2019
Genere: Avventura, Fantasy
Produttore: Nina Lyng
Regia: Ask Hasselbalch
Cast: Rebecca Emilie Sattrup, Stina Ekblad, Søren Malling, Agnes Kittelsen, Mikkel Arendt
Allan Hyde, Petra Maria Scott, Nicolas Bro, Dejan Cukic, Jakob Oftebro
Durata: 100 minuti
Secondo capitolo della saga fantasy tratta dai celebri romanzi di Lene Kaaberbøl.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/02/2020 Qui - Con questo film, di produzione sempre scandinava, continuano le avventure fantastiche di Dina, giovane ragazza che ha ereditato le abilità soprannaturali e magiche dalla madre. E ne erediterà altre in questa nuova avventura, ovviamente dal padre che, misteriosamente "fuggito" anni prima, si rifà vivo, proprio quando le nuove abilità serviranno entrambi, ma soprattutto alla giovane ragazza, per liberare alcuni prigionieri e finalmente smascherare le malefatte del malvagio Drakan. Avevo visto il primo capitolo per colpa della curiosità, e sempre per colpa della curiosità ho visto questo secondo capitolo, ma era meglio che non l'avessi assecondata questa curiosità, questa maledetta curiosità. Maledetta perché è previsto un terzo capitolo ed io non voglio che mi spinga nuovamente nel vortice. Infatti anche questa pellicola come la precedente non ha un vero finale, tutto è rimandato al prossimo giro. Ora non che sia una cosa brutta, ma dopo un peggioramento così netto rispetto al primo episodio (qui), che mi era pure piaciuto, forse è meglio non andare oltre. Però siccome io non conto niente e che sicuramente lì al Grande Nord la vedono diversamente, l'unica cosa che posso fare è dire perché la saga è peggiorata. Semplicemente per due motivi, il primo è che i pregi si annacquino e secondo è che i difetti si impoveriscano ancor di più. La trama già di per sé debole si regge a malapena, non c'è tensione e tutto è abbastanza prevedibile (i dialoghi banalissimi), gli effetti speciali poi, se prima a livelli accettabili siamo ora a livelli televisivi di bassa lega, e le interpretazioni infine, l'unico punto cui tutto è rimasto uguale, ossia al limite del minimo indispensabile. In tal senso non basta la nuova presenza, quella di Dejan Cukic, ad alzare la qualità di un film mediocre. Voto: 4,5
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