venerdì 30 giugno 2023

Il signore delle formiche (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Una buona pellicola (migliore di Hammamet) firmata da Gianni Amelio che dirige con fermezza e discreto gusto della messa in scena, valorizzata dalla vibrante ricostruzione degli ambienti che ben rende il clima (opprimente) di quegli anni. Si soprassiede su talune storture narrative e/o difetti congeniti (forse troppa carne al fuoco), mentre si apprezza la notevole rotondità dei personaggi, risparmiandoci l'agiografia di un personaggio che di certo, facile non lo era ma vittima di sicuro. Peccato che la verve della prima parte si dilati troppo nel finale dove viene dato troppo spazio alle vicende personali del giornalista, anche la chiusura del film (alla ricerca di una poetica stucchevole e prolissa) non è delle migliori. Le prestazioni attoriali sono corrette, anche se bisogna ammettere che sia Elio Germano che Luigi Lo Cascio hanno fatto decisamente meglio altrove. Resta comunque una bella pagina di denuncia, lunga (e pesante in certe fasi, il film risulta anche un po' troppo programmatico) ma bella, e soprattutto interessante, non solo storicamente. Voto: 6,5

Bones and All (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Dopo il maledetto (in tutti i sensi) "Suspiria" Luca Guadagnino torna a spargere sangue per le strade stavolta d'America dove utilizza il cannibalismo per parlare della crescita di alcuni giovani solitari e umiliati dalla vita. Ma avviene questa crescita durante il film? No. Non c'è nessuna evoluzione della storia. Possiamo elogiare il suo tecnicismo, il lavoro del cast ed una evidente maestria registica. Ma tolto questo la storia appare dimenticabile, prolissa e ripetitiva. Non mi ha entusiasmato, e neanche convinto (e succede sempre più spesso con i film, o serie, del regista italiano ormai americano). Vorrebbe dire tanto ma lo chiarisce poco. Tra ampie digressioni sentimentali con canzoni sdolcinate in allegato, ogni tanto ci si ricorda della tematica del film e in un paio di casi si azzarda il colpo basso, ovviamente senza esagerare (e in questo senso Raw sta certamente una spanna sopra). Gli anni '80 nell'America profonda è messa come sfondo e basta, e mi è sembrata scollegata dai personaggi. E francamente dopo oltre due ore di film diventa un pappone indigeribile. Voto: 5

Greyhound - Il nemico invisibile (2020)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Se dovessi giudicare un film come Greyhound (candidato agli Oscar 2021 per il miglior sonoro) lo dovrei dividere in due parti distinti nette e separate. Sulla parte action, nulla da dire. Ben ritmata, pochi attimi di respiro per essere quasi letteralmente in apnea in questo continuo duello a lunga e corta distanza contro un nemico sfuggente che ti fa stare sempre all'erta (una delle tante Battaglie dell'Atlantico, quando gli U-Boot tedeschi imperversavano e facevano strage di naviglio alleato). Ma se dovessi soffermarmi sul personaggio di Tom Hanks, custode o per meglio dire pastore di anime giovani smarrite in mezzo all'oceano, diventa abbastanza retorico e ancor più fastidioso se non ci fosse l'attore americano a renderlo sopportabile. Verso la fine un paio di momenti fanno sobbalzare dalla sedia, ma si sente la mancanza di qualcosa di più profondo. Non è malaccio, ma c'è di meglio. Voto: 6

È andato tutto bene (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Con la sua consueta eleganza e pacatezza François Ozon ci porta in un terreno già calpestato da tanti suoi illustri predecessori. Il tema dell'eutanasia viene affrontato con estrema naturalezza dal protagonista (André Dussollier perfetto) mentre le figlie (tra cui Sophie Marceau, che da molto non incrociavo) vivono con ovvi dubbi tale scelta pur lasciando libertà assoluta al Padre. Le due figure principali sono ben delineate e permettono al film, quasi tutto "parlato", di non annoiare mai. Tuttavia il racconto è comunque appesantito oltre che da una scansione a tesi troppo schematica, da una durata eccessiva. Da un romanzo autobiografico, un dramma coinvolgente e discretamente tratteggiato, non indimenticabile ma emotivamente valido. Voto: 6,5

Kimi - Qualcuno in ascolto (2022)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Agorafobica scontrosa (colpa del Covid o meno), addetta al miglioramento dell'algoritmo di risposta di un rivoluzionario assistente vocale, assiste suo malgrado (virtualmente) ad un probabile omicidio. Ambientato quasi in toto nel di lei loft, comunque hi-tech, aeroso, luminoso (motivo per cui non si avverte quel senso claustrofobico tipico di altri film simili), è in sostanza una variazione di classici temi hitchcockiani in salsa digitale. Il taglio è intervallato da momenti di scanzonata ironia che conferiscono un certo piglio alla sceneggiatura, rendendola scorrevole. Anche la scelta dei killer, impacciati e pasticcioni, è evidentemente grottesca. La prima parte stenta a decollare ma dopo il ritmo sale e porta a una finale teso e soddisfacente, anche se la credibilità è vicina allo zero, con la minuta (e sexy) Zoe Kravitz tipo Sigourney Weaver dei tempi d'oro. Steven Soderbergh può fare meglio di così. Voto: 5,5

IoSonoQui (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2023 Qui - Un uomo che sembrerebbe avere tutto (lavoro, famiglia, successo) insegue un sogno che si trova a Seul ma che si infrange su una superficie di realtà che appare impenetrabile. Cose che succedono in questi tempi di relazioni virtuali, in cui non si vuole perdere tempo per approfondire. Commedia dolce-amara (dell'Eric Lartigau de La famiglia Bélier) che non va neanch'essa molto a fondo nei contenuti, librandosi su situazioni troppo legate e imprigionate dentro a una sceneggiatura che è quella che è: divertente ma artificiosa. In sostanza, un film abbastanza caotico (un po' The Terminal e un po' Il fascino indiscreto dell'amore) ma vedibile senza grossi affanni, grazie anche alla misurata performance di un Alain Chabat bravo e preciso. Voto: 5,5