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mercoledì 13 ottobre 2021

Crudelia (2021)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/10/2021 Qui - Più che un prequel de La carica dei 101, un reboot del personaggio di Crudelia De Mon (o Cruella De Vil) ripensato come una psicotica dark lady. E' quindi questo un altro tassello riguardo la rivisitazione dei cattivi Disney, cattivi che rimangono come indole in questo film, ma cattivi anche più sfaccettati. Al pari (ma meglio) di Maleficent (di cui secondo capitolo mal riuscito) viene proposto lo stesso lavoro di origine di tale personaggio che prendendo una moda attuale (Joker di Todd Phillips), strizzando l'occhiolino al passato con il nuovo che insidia le sicurezze del vecchio come in Eva contro EvaEmma (Stone) contro Emma (Thompson), riesce a a far quadrare piuttosto bene il cerchio, sia pure con i suoi difetti, in primis una lunghezza non necessaria. Abbastanza simpatico, ben realizzato sotto il profilo tecnico e soprattutto recitato molto bene da tutto il cast (molto ben caratterizzati i due "scagnozzi" della De Mon, molto simili agli originali animati ma meno goffi e macchiettistici, interpretati da attori di livello come Joel Fry, visto in Yesterday di Danny Boyle, e Paul Walter Hauser, splendido protagonista di Richard Jewell di Clint Eastwood) ed in specie dalle due protagoniste. Musicale quanto basta senza diventare (fortunatamente) un musical, il film si aggiudica sin d'ora la nomination agli Oscar per i costumi che sono senz'altro l'elemento che spicca. Purtroppo la pellicola, a mio avviso, non si eleva oltre nella valutazione per via della lunghezza eccessiva di cui sopra (100 minuti dovevano essere il massimo consentito), inoltre vi sono scene davvero eccessive nel tamarrismo ed alcune sequenze in CGI stonano con la bontà complessiva degli effetti speciali, basti pensare al finale sulla scogliera. Vincente comunque la scelta di Craig Gillespie (quello del riuscitissimo Tonya), autore di una regia elegante e ritmata che sfrutta al meglio l'ambientazione variegata ed atipica. Gradevole la colonna sonora per un film riuscito, anche se certamente derivativo. Nel complesso non male comunque. Voto: 6+

martedì 2 luglio 2019

Tonya (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/02/2019 Qui - Non il solito film biografico-sportivo, non assolutamente conforme al genere, poiché il suddetto film è privo fin dall'inizio di due degli aspetti principali che caratterizzano di solito il genere, la linearità del racconto e l'epica trionfale con la quale sono normalmente celebrate le gesta dei protagonisti delle pellicole biografiche, questi ultimi mediamente ritratti come supereroi tra i normali o uomini giustificabili di tutto per via del loro genio. Tonya (I, Tonya) infatti, film del 2017 diretto da Craig Gillespie, partendo da una sceneggiatura di Steven Rogers, non racconta di un eroe vincente, bensì di una sciagurata perdente e autrice, forse, di un atto spregevole. Ma la cosa più incredibile è che riesce a farlo con uno stile anticonformistico, ritmato e brillante che (quasi mai) annoia. Questo perché il regista australiano (che dopo il bellissimo esordio Lars e una ragazza tutta sua non si era più fatto apprezzare particolarmente, perché bello ma eccessivamente stereotipato era L'ultima tempesta), riesce con questa pellicola candidata agli Oscar, appunto uscendo dai soliti schemi del biopic, a costruire in modo narrativamente e tecnicamente impeccabile una dramedy moderna, originale, sgargiante e animata da una vivida estetica pop anni '90 senza mai perdere di vista l'obiettivo principale: quello di raccontare la storia di Tonya Harding (la prima pattinatrice artistica in USA ad eseguire correttamente un triplo axel e poi al centro di uno scandalo di cronaca nera che coinvolse lei e la collega Nancy Kerrigan all'alba delle Olimpiadi invernali del 1994) senza eccedere nel melodramma ma senza nemmeno sminuire o ridicolizzare la vicenda e la protagonista. Una vicenda e una protagonista, controversa, segnata da un passato pieno di abusi, un presente scintillante e promettente ma anche un epilogo altrettanto brusco, punitivo e irreversibile. Ma controverso è anche il film, che si apre con un cartello che fornisce in poche righe la chiave di lettura e il tono di tutta la storia: "Tratto da interviste assolutamente vere, totalmente contraddittorie e prive di qualsiasi ironia con Tonya Harding e Jeff Gilooly". Infatti, la pellicola in questione racconta la vita della nota (ed ovviamente controversa) pattinatrice americana attraverso il suo punto di vista e quello delle persone che le sono state vicine, ovvero la madre, il marito Jeff e i loro amici in comune. Le opinioni e i punti di vista, naturalmente non potrebbero essere più distanti e contraddittori facendo emergere un'immagine tutt'altro che omogenea della pattinatrice.

sabato 9 marzo 2019

L'ultima tempesta (2016)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 03/05/2017 Qui - L'ultima tempesta (The Finest Hours), film del 2016 diretto da Craig Gillespie, che si immerge (è proprio il caso di dirlo) nella storia realmente accaduta dell'impresa strepitosa compiuta da una motovedetta della guardia costiera che nel 1952 trasse in salvo l'equipaggio della petroliera Pendetlon spezzatasi a metà durante un'abnorme tempesta, racconta infatti di un adrenalinico quanto eroico salvataggio in mare, un salvataggio ben congegnato e visivamente validamente rappresentato, che però viene svilito e affossato dalla parallela fuorviante edulcorata rappresentazione di una società americana tutta sospiri e buoni sentimenti (la colpa sarà mica della Disney che produce il film?), banalità e semplificazioni puerili inaccettabili che compromettono un risultato altrimenti decoroso. In ogni caso, protagonista del film è Chris Pine, che per l'occasione sfoggia un taglio di capelli alla playmobil, il quale interpreta con un po' troppe smorfiette Bernie Webber, comandante della navetta responsabile dell'eroica impresa, al fianco del quale si trova il suo aiutante Livesey, interpretato da uno stranamente pacato Ben Foster. Dall'altro lato del mare invece le sorti di quel che resta della petroliera sono affidate all'esperto ufficiale Sybert (Casey Affleck, fresco vincitore di un Oscar, qui un po' svogliato) che tenterà in tutti i modi di limitare i danni in attesa di soccorso. Il film infatti gioca sul doppio registro narrativo, alternando in fase di montaggio le sorti dei due capitani/ufficiali, entrambi in balia di un mare famelico e digitalmente ricostruito discretamente. Le sequenze in mare (in realtà quasi tutte) sono difatti rese egregiamente, grazie anche alla bravura del regista.