martedì 12 maggio 2020

Juliet, Naked - Tutta un''altra musica (2018)

Titolo Originale: Juliet, Naked
Anno e Nazione: USA, Regno Unito 2018
Genere: Drammatico, Commedia
Produttore: Judd Apatow, Barry Mendel
Albert Berger, Ron Yerxa, Jeffrey Soros
Regia: Jesse Peretz
Sceneggiatura: Tamara Jenkins, Jim Taylor, Evgenia Peretz
Cast: Rose Byrne, Ethan Hawke, Chris O'Dowd, Azhy Robertson
Lily Brazier, Ayoola Smart, Lily Newmark, Denise Gough
Eleanor Matsuura, Megan Dodds, Jimmy O. Yang
Durata: 90 minuti

Dal romanzo di Nick Hornby, una commedia con Rose Byrne ed Ethan Hawke.
Un cantante rock americano, fuori dalle scene da tempo, entra nella vita di un suo accanito fan e della moglie.
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/05/2020 Qui - Dal regista Jesse Peretz, di cui ricordo il riuscito "Quell'idiota di nostro fratello", una intelligente commedia che deve molto al soggetto non originale tratto da un romanzo di Nick Hornby, uno degli scrittori più "portati" sul grande schermo (About a BoyNon buttiamoci giù e Alta Fedeltà per citarne alcuni). Basandosi sul tema, dell'idolatria tipicamente moderna riguardo ai neo-miti della musica pop, che qua si sviluppa felicemente creando un intreccio sentimentale intercontinentale (tra Usa e Inghilterra), il film pone difatti un interrogativo (tra gli altri) semplice, cosa accade quando crolla un proprio mito? Bravissimo Ethan Hawke che impersonifica perfettamente la trasandata ex icona del pop ricca di un certo fascino decadente ed il comprimario Chris O'Dowd perfetto nel recitare il ruolo del fan un po' "bamboccione" ed un po' nerd. Ma assolutamente da non dimenticare è la brava Rose Byrne, che con il suo atteggiamento rassegnato ad una esistenza senza ormai più slanci, rappresenta tutte le donne che si barcamenano nella quotidianità senza vederne più i fuochi d'artificio di una volta. La sua nuova vita è quella piccola rivincita che ognuna probabilmente si merita. Il film di Peretz alla fine riesce a colpire nel segno grazie alla perfetta scelta musicale, diversi i pezzi suonati dallo stesso Hawke, ma non graffia sino in fondo, lasciando in sospeso per colpa di un finale che non convince del tutto, con temi agrodolci (il senso del tempo che passa e la fissazione per miti sempre più sbiaditi) che non riescono ad elevare una pellicola che comunque stenta a decollare. Finisce quindi per essere un film sì sufficiente, ma anche una discreta occasione persa. E tuttavia è questo un film piacevole e leggero che meriterebbe una certa attenzione, perché straordinariamente genuino. Voto: 6+

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