Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 29/05/2020 Qui - I conoscitori del cinema di Hirokazu Kore'eda, Father and son, Little sister (che tuttavia mi manca), ben sanno come il regista giapponese sia narratore sensibile e partecipe delle dinamiche famigliari, delle complessità dei rapporti genitori-figli innanzitutto, ritrattista attento alle sfumature in cui infinitamente trascolorano i drammi, tutte caratteristiche ben presenti anche in Ritratto di famiglia con tempesta, che racconta di un padre, separato dalla moglie, che vuole a tutti i costi riallacciare i rapporti con l'ex-coniuge e trascorrere più tempo con il proprio figlio di circa 10 anni, ma poiché egli si rivela essere un individuo ancora immaturo e troppo incline al vizio del gioco, tutto è complicato, perciò prima capirà e meglio sarà. Mi ha convinto meno però, forse perché eccessivamente lento o, più precisamente, lungo (con circa 10/15 minuti di meno sarebbe stato perfetto tempisticamente parlando), forse perché i personaggi mi sono apparsi più stereotipati. Restano sicuramente nella memoria scene capaci di conciliare l'intensità emotiva con la stilizzazione rituale del codice dei comportamenti, chiave di volta della bellezza del cinema di Hirokazu Kore'eda, nell'insieme però mi è sembrata opera meno riuscita (soprattutto rispetto al bellissimo Father and son), comunque pur sempre di buonissima qualità. Voto: 6
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