Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2022 Qui - Mario Martone è Mario Martone (anche se ad esser sincero è questo il suo
secondo film che vedo, con Il giovane favoloso che non mi convinse
abbastanza), la storia è piena di spunti interessanti e il personaggio
di Eduardo Scarpetta si presta senz'altro a un biopic farcito di
emozioni, colpi di scena e scandali, eppure Qui rido io funziona
soltanto in parte. Sarà innanzitutto per la sceneggiatura che si spacca
nettamente in due parti, narrando in un vertiginoso parallelo lo
Scarpetta intimo e quello pubblico. Le vicende si accavallano ed è
difficile comprendere esattamente tutto: forse qualche spiegazione in
più sarebbe stata necessaria, vista la complessa situazione sia della
famiglia allargata Scarpetta che della causa riguardante Il figlio di
Iorio. E non convincono neppure certe scelte un po' drastiche, come le
umiliazioni nei confronti di Vincenzo (poco motivate logicamente) o la
rappresentazione di D'Annunzio assolutamente caricaturale. Sul lato
estetico Qui rido io è un prodotto ben rifinito, forse persino troppo
patinato, e le scelte di casting convincono appieno: in particolar modo
Toni Servillo, sempre azzeccato. Un film che nonostante gli scricchiolii e la lunghezza sa comunque farsi valere, seppur modestamente.
Voto: 5,5
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