Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/06/2022 Qui - Uberto Pasolini dirige un altro racconto che ruota attorno al concetto
di morte, al centro, di nuovo, un personaggio misurato, posato, se pur
costretto ad osservare la vita dall'esterno, come un lavavetri che
scorge frammenti attraverso quel che pulisce, eppure non dimesso, ma
determinato al suo scopo. Nel rapporto con gli occhi innocenti di suo
figlio si costruisce una storia semplice, condotta con la leggerezza e
poesia che caratterizzava anche Still Life, in un modo che
richiede la
dovuta attenzione e che mostra ancora una volta come al cinema la parola
non sia poi così necessaria. Un film tanto semplice quanto schietto e
sincero, un film meno originale ma ugualmente commovente senza essere
ricattatorio, una buonissima conferma riguardo il Pasolini regista (fa
solo film notevoli). Molto belli i momenti dedicati al rapporto
padre-figlio, credibili nella
loro tenerezza, mentre risulta meno convincente la parata degli
aspiranti genitori adottivi. Bravo James Norton, eccezionale la naturalezza
del piccolo Daniel Lamont. Ben diretto e ben interpretato, non mostra nessun cedimento a livello
narrativo instillando nello spettatore un senso di partecipazione e
rispetto. Dolentissimo, delicatissimo, bellissimo. Voto: 7
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