Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/05/2023 Qui - Nella metà del 1800 in un remoto villaggio basco, un fabbro solitario e brutale, considerato un essere diabolico dai suoi concittadini, ha rinchiuso un prigioniero nella sua fonderia. Fiaba nera (Errementari ha infatti diverse sfumature horror, ma è indubbio che è una favola nera a cui non manca un certo umorismo altrettanto nero) derivata da una leggenda popolare (di quella zona della penisola iberica) in cui è evidente lo zampino produttivo di Álex de la Iglesia (anche se a livello iconografico non si può negare molte assonanze con il Legend di Ridley Scott nella rappresentazione del diavolo e per le tonalità della buonissima fotografia) ma il regista (l'esordiente Paul Urkijo Alijo) riesce comunque a trovare una propria cifra stilistica tra l'horror e una storia di formazione di cui è protagonista una bambina orfana che impara a vedere al di là delle apparenze. Messa in scena raffinata con ambientazioni suggestive ed effetti speciali piacevolmente artigianali. Personaggi ben caratterizzati, con il demone Sartael che fa la parte del leone. Buone alcune trovate come lo stratagemma dei ceci. Qualche piccolo giro a vuoto nel ritmo nella parte centrale (soffre inoltre qualcosa nella scrittura, mancando di quella zampata che lo possa rendere convincente appieno), ma visione comunque valida che non manca di intrattenere e mostrarsi godibile senza sforzi. Piccolo ruolo per la Itziar Ituno (La casa di carta). Esperimento affascinante ed una storia meno banale di ciò che può sembrare, non è una perdita di tempo dargli un'occhiata. Voto: 6,5
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