Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/04/2021 Qui - David Lynch riesce a rendere appassionante perfino la (vera) storia di un 73enne che attraversa 400 km con un tagliaerba per ritrovare il fratello reduce da un infarto (ad interpretarlo Harry Dean Stanton, come si vede nella "geniale" chiosa finale). Sembra una trama debole e banale, ma mai considerazione potrebbe essere più sbagliata. Il regista ci accompagna in questo viaggio così semplice, ma anche così emozionante. Notevole la fotografia che riprende paesaggi maestosi e soprattutto calzanti le musiche del fido scudiero Angelo Badalamenti, forse l'elemento decisivo che innalza il film. La storia non è altro che la narrazione di un vecchio nelle fase ultima della sua vita. Il viaggio intrapreso da lui diventa metafora di un percorso interiore che viene completato. Non vale la pena serbare rancore per sempre e sarebbe bello se prima della fine ognuno di noi riuscisse a dare una seconda possibilità a dolorosi ricordi che col tempo abbiamo "dimenticato" oppure rimosso per orgoglio o testardaggine. Il tutto accompagnato con una nostalgica e malinconica riflessione sull'anzianità. Tantissimi i personaggi che Alvin Straight incontrerà sulla sua strada, dispensando consigli e ricordando il suo passato, dialoghi forse retorici che tuttavia, nell'atmosfera del film, si dimostrano d'impatto (l'opera riesce anche a strappare qualche risata, rendendo tutto più scorrevole). Insomma un bel film, in cui troviamo un David Lynch sicuramente meno impegnato e meno complesso (tanto da non apparire questo come un lavoro del regista) all'insegna di una storia leggera, ma che colpisce nel profondo per la sua semplicità e la sua dolcezza. Complimenti davvero, a Lui che riesce a rendere interessante una storia che più semplice non si può, un merito che comunque è da dividere equamente con Richard Farnsworth che nell'ultimo ruolo della sua vita regala un'interpretazione pazzesca (merita tuttavia una nota positiva anche la bravissima Sissy Spacek, qui particolarmente espressiva, e riesce a dare proprio l'idea di una donna ingenua, e forse leggermente disturbata, ma di buon cuore ed amorevole verso il proprio padre, nell'interpretazione di Carrie era praticamente inarrivabile, ma anche qua offre una performance di livello). Commovente e malinconico al punto giusto, a mio avviso rimane comunque lontano dall'essere un capolavoro. Voto: 7,5
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