Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2021 Qui - La cara vecchia provincia americana con i suoi piccoli orrori indicibili, come quelli qui presentati, storia di una famiglia già sull'orlo di una crisi di nervi e ora alle prese con qualcosa di soprannaturale, o forse no. Script intelligente questo, capace di incuriosire e riuscire a distruggere in un amen con convinzione tutto ciò che è stato mostrato solo qualche decina di minuti prima. Thriller psicologico e horror si fondono alla sotto-trama dell'indagine poliziesca per una lettura a più strati che interessa e alza notevolmente l'asticella delle aspettative grazie a un buon numero di specchietti per le allodole piazzati ad hoc. Parte in modo prevedibile ma cresce piano e con costanza ed esce alla distanza, fino ad ingranare poi la quinta nella seconda parte che diventa tesissima (in questo senso le musiche incalzanti aiutano non poco a incrementare l'intensità dei momenti di tensione). Il grande pregio del film di Adam Randall è infatti quello di mischiare con oculatezza le proprie carte, facendo virare il canovaccio narrativo in direzioni opposte e complementari quando meno ce lo si aspetterebbe (abbastanza inquietante è il fenomeno del froggy). E dalla crisalide di un thrillerino senza nerbo sboccia così progressivamente un noir crudo e polifonico, uno dei thriller più avvincenti degli ultimi anni. Dove il film (ambientato in un contesto lussuoso e sinistro nel contempo) mostra qualche debolezza è nella scelta degli interpreti, tutti piuttosto incolori, a partire da una quasi irriconoscibile (letteralmente) Helen Hunt. Ci sono inoltre alcuni punti non chiari, ed anche se non si riesce a "legare" del tutto coi protagonisti, resta tuttavia solida la struttura e la riuscita della pellicola, una pellicola intelligente e sorprendente. Voto: 7
Nessun commento:
Posta un commento