Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2021 Qui - Un film sicuramente non facile da digerire, Gaspar Noè punta tutta sulla tecnica e l'estetica a scapito della trama, praticamente inesistente (ma al contrario di Love va dritto all'obiettivo per quanto "solo" sensorialmente e nichilisticamente). Il film infatti (strutturato in maniera volutamente atipica, inizia con i titoli di coda e verso metà film ci sono i titoli di testa), è così suddiviso: l'80% della durata comprende urla e deliri di gente drogata (e sballata già di suo), nel restante 20% si vedono balli sfrenati e musica a palla. Il regista conferma di non conoscere mezze misure, o lo si ama o lo si odia (ma io ancora preferisco rimanere nel limbo), e ancora una volta gira una storia frenetica, quasi allucinata, che ci mette di fronte alle debolezze umane e alla cattiveria gratuita di cui siamo capaci (a volte), offrendo una storia abbastanza interessante (un viaggio lisergico basato su una storia realmente accaduta in Francia) ma piuttosto caotica, in corso d'opera, dove i continui cambi di ritmo non sempre risultano azzeccati. L'ultima parte è quella più statica e le scelte registiche appaiono piuttosto fredde e fastidiose. Difficile seguire i continui cambi di prospettiva delle inquadrature (marchio di fabbrica di Gaspar Noé), che vuole accentuare con questo sistema il senso di angoscia e la follia dei suoi personaggi (interpretati tutti ed efficacemente da un cast non professionista, a parte Sofia Boutella). Visione comunque sufficiente anche se non si comprende il motivo per cui catalogarlo come horror (non ci sono scene davvero forti). Voto: 6
Nessun commento:
Posta un commento