Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/04/2021 Qui - Film di grande impegno che stenta però a decollare. Regina King, che esordisce su grande schermo, non dico giocando sul sicuro, ma quasi (di certo giocando sul "politicamente corretto", e non è un caso che siano poi arrivate tre nomination agli Oscar 2021), mette in scena un incontro tra 4 figure storiche (ma anche pop) della cultura nera americana, un incontro a metà tra realtà e immaginazione. E' un incontro in cui tutti hanno qualcosa che vogliono o dovrebbero cambiare. Una sorta (ma lo è per davvero, scritta da Kemp Powers nel 2013) di pièce teatrale molto verbosa, in cui si mettono principalmente contro le due visioni del mondo rappresentate da Malcolm X e Sam Cooke. Così Cassius Clay diventa solo un enorme MacGuffin e Jim Brown un personaggio completamente di contorno (e la sua scena iniziale leggermente poco credibile). Ecco il film con l'incipit che ha e con questo contesto storico-politico-culturale avrebbe dovuto sfondare. Invece un ritmo non azzeccatissimo e una sceneggiatura un po' vacillante rischiano di rovinare un prodotto comunque godibile. Un prodotto che sfrutta al massimo (forse troppo) la base teatrale del testo, che si affida molto (e bene sì) agli attori (tutti e quattro i protagonisti sono infatti molto bravi, direi che il migliore è Eli Goree, un, futuro, Muhammad Alì dalla spiccata somiglianza fisica e ben caratterizzato nelle spacconate che nascondono un fondo di insicurezza da ragazzino catapultato in cima al mondo), che non risulta affatto pesante, ma che non rimane impresso. Voto: 6+
Nessun commento:
Posta un commento