Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/07/2022 Qui - L'attimo di ribellione di un giovane sfigatello dà il via ad una
reazione a catena di violenze e crimini, in un rincorrersi di situazioni
paradossali e di personaggi buffi, cupi e grotteschi, in specie quello
interpretato da Takeshi Kitano. Non mi ha convinto fino in fondo questo
secondo film del regista giapponese, a differenza del primo Violent Cop
che era un discreto noir e che già tracciava il percorso che il regista
seguirà in futuro. Anche questo film prova a farlo, ma risulta
caratterizzato da silenzi che a mio parere mancano della giusta
intensità emotiva e non riescono a riempire il vuoto lasciato dalla
mancanza di una colonna sonora, ma sembrano più dovuti ad idee poco
chiare che ad un tentativo poetico (o forse sarà che Kitano mi ha
abituato troppo bene nelle sue successive opere). Un film pieno di sano e
divertente cinismo che rende più digeribile la violenza di una realtà
che assume i connotati del sogno, e che si rivela in un finale che torna
al punto di partenza e, sinceramente, poteva essere migliore. Un Kitano
minore, decisamente, ma sempre meritevole di visione. Voto: 6+
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