Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/08/2020 Qui - L'ultimo film (visto) di Kevin Smith, non il suo ultimo, anche perché è sempre attivo (non ho comunque ancora visto il Ritorno a Hollywood di Jay e Silent Bob), metaforicamente entra da un orecchio ed esce dall'altro, senza lasciar troppe tracce. Nonostante lo spirito giocoso del film (Yoga Hosers è trash certamente già dai suoi intenti), aspetto che lo rende impossibile da prendere sul serio, mi sia piaciuto parecchio, così come la trama abbastanza originale e assurda (la storia infatti racconta di come due ragazze, dopo essere state costrette a lavorare nel super-market la sera di una fantomatica festa, vengano prima attaccate da due giovani satanisti e poi da un misterioso gruppo di mini-nazisti canadesi), i dialoghi talvolta geniali, i vari cameo (alcuni fantastici, come Stan Lee al centralino), nonostante la pellicola mi abbia intrattenuto e divertito, nonostante tutto ciò, in generale, il film (secondo capitolo della trilogia "True North", iniziata con Tusk, che non ho visto, e che si concluderà con Moose Jaws, di prossima realizzazione) non mi è piaciuto un granché, soprattutto a causa degli effetti speciali terrificanti, mal realizzati, e dei piccoli irritanti, odiosi, esteticamente orribili e, anch'essi, mal realizzati (soprattutto quando esplodono) salsiccia-nazi che invadono il film nella seconda parte (veramente, appena apparivano, avevo solo voglia di spegnere il computer e non vederli mai più). Peccato perché all'inizio mi stava davvero piacendo, grazie soprattutto alle due protagoniste, due teenagers appassionate di yoga che insieme fanno faville, cinematograficamente e non solo. Le due giovani clerks già apparse nel precedente Tusk (che mi toccherà a questo punto vedere) sono interpretate da Harley Quinn Smith, figlia del regista, e da Lily-Rose Depp, attrice e modella figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis che hanno entrambi (francamente risibile quello di Lui) un ruolo nella pellicola (ragazzina che nel frattempo è cresciuta, e bene, come potrebbe notarsi vedendo L'uomo fedele). E insomma passo falso per Kevin Smith, perché anche se Yoga Hosers è una piacevole commedia grottesca, divertente e per certi versi surreale, rimane poco. Voto: 5
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mercoledì 5 agosto 2020
Yoga Hosers (2016)
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mercoledì 31 luglio 2019
Obbligo o verità (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2019 Qui
Tema e genere: Thriller sovrannaturale/horror, prodotto dalla solita casa di produzione di Jason Blum, la Blumhouse, simpatico e inquietante, che mescola l'idea di maledizione persecutrice al gioco di società.
Trama: Obbligo o verità, un innocuo gioco tra amici, si trasforma in qualcosa di mortale quando qualcuno (o qualcosa) inizia a punire coloro che dicono una bugia o si rifiutano di mettere in mostra il loro coraggio.
Recensione: Obbligo o Verità, com'è facile già intuire, s'ispira molto a horror come Final Destination. Uno spirito tenta di sterminare un gruppo di ragazzi. In questo non c'è nulla di male, ma nel corso del film è semplicissimo dedurre le vittime del gioco, in pochi secondi. Chiaramente, l'intrattenimento non è nell'ansia di vedere i protagonisti sopravvivere al gioco, quanto nel vedere in quale modo fantasioso moriranno. Obbligo o Verità non richiede grandi caratterizzazioni dei personaggi: infatti, tutti i protagonisti in scena (in Messico per festeggiare il loro ultimo Spring Break), al di là delle due amiche Olivia e Mackie, appaiono come maschere. E come sempre, altro aspetto imposto al genere prevede un cast di attori tutti bellissimi, forse perché vederli morire male e come mosche soddisfa una sorta di rivalsa sociale dei comuni mortali. Obbligo o Verità riesce comunque a fare una cosa: intrattenere. Privo di vere e proprie scene morte o inutili ai fini della trama, è difficile annoiarsi. L'azione è infatti gestita bene e le scene horror sono ben costruite, sebbene qualche effetto speciale sul finale avrebbe meritato un budget maggiore. Il grande difetto del film è però la sua aderenza a un genere visto e rivisto. Per chi è abituato a questo filone e magari s'aspetta qualcosa di nuovo, la delusione è dietro l'angolo. Tutti gli avvenimenti sono telefonati e non c'è alcuna velleità di stupire il pubblico con qualcosa di diverso rispetto a quanto vediamo ormai da anni sul grande schermo. Già nei minuti dedicati alle introduzioni dei personaggi sappiamo già a chi dedicare un gesto della croce e a chi no, riponendo qualche speranza nella loro possibile sopravvivenza. Interessanti però alcune cose. Innanzitutto il messaggio (forse forzato ma comunque efficace) del regista sulla pericolosità di giochi (le challenge di internet) tanto divertenti quanto stupidi, ma soprattutto buona è la scelta della rappresentazione del male, che può colpire ovunque, in qualunque momento, tramite qualunque persona. La pellicola del regista di Kick-Ass 2 decide semplicemente di deformare i volti delle persone ignare coinvolte dal demone, donandole un ghigno deformato che rappresenta la principale fonte creepy dell'intera opera. In Obbligo o Verità non troviamo laghi di sangue finto o tentativi di Jumpscare forzati, che spesso rovinano la riuscita del film, siamo più vicini alle parti di un thriller che di un vero e proprio horror, e questo è un bene. Bene anche l'altro messaggio, più nascosto, che spesso dire la verità a chi ci vuole bene può essere molto più spaventoso dell'affrontare la morte stessa, rendendo questo misterioso e oscuro demone allegoria della mancanza di sincerità che pervade la nostra quotidianità, portandoci a nasconderci dietro a una maschera, a uno specchio che distorce il nostro essere come i volti che circondano i protagonisti, ricordando loro la semplice regola del gioco, truth or dare. E quindi, anche se Obbligo o Verità rappresenta l'ennesimo capitolo di un filone horror ormai davvero abusato, è questo un film a tratti ben riuscito, che mantiene un ritmo narrativo costante e poco noioso, riuscendo così a farsi apprezzare.
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