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domenica 8 novembre 2020

L'ufficiale e la spia (2019)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/11/2020 Qui - Se si riesce a passare la prima metà del film, decisamente prolissa, retorica, pomposa (come d'altronde doveva essere l'ambiente militare nella Francia di fine Ottocento), L'ufficiale e la spia (tratto dall'omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, anche co-autore della sceneggiatura assieme al regista) si rivela una visione decisamente godibile (tutta la vicenda si segue con attenzione), che associa l'evidente importanza e attendibilità dei contenuti con una narrazione snella, solida ma scorrevole. Il ritorno di Roman Polanski dietro la macchina da presa dopo Quello che non so di lei è nel segno dell'impegno civile e, ancora una volta, della memoria, è infatti ben chiaro il focus della vicenda (l'affare Dreyfus) sull'antisemitismo che ne diede il via. In un clima europeo enormemente teso e in una montante campagna di odio verso gli ebrei ebbe luogo uno scandalo tanto potente da spaccare l'opinione pubblica in due e causare dimissioni di alti ufficiali e ministri francesi. Tutto questo ne L'ufficiale e la spia c'è, e Polanski restituisce con grande perizia allo spettatore quell'atmosfera confusa e rabbiosa nella quale (attenzione che arriva la strizzatina d'occhio alla contemporaneità) intervennero giornalisti, politici e perfino "liberi pensatori" di vasta influenza come lo scrittore Emile Zola a muovere le acque generando dubbi, sospetti, complotti e controcomplotti (la Storia ha dato ragione agli accusatori, a ogni modo). E' difficile muovere critiche vere a questo film se non fosse che manca di sentimento, è come se il pittore fosse troppo preso dai dettagli da dimenticarsi cosa dipinge. La rappresentazione politica è uno sfondo, lo stesso Dreyfrus lo è, un quasi irriconoscibile (ma pur sempre bravo) Louis Garrel, ed il personaggio di Picquart (comunque impeccabilmente interpretato da Jean Dujardin), sebbene il protagonista della storia, rimane alquanto evanescente (nel buon cast non manca in ogni caso Emmanuelle Seigner e c'è pure una particina anche per Luca Barbareschi, che è del resto fra i produttori). Questo J'accuse manca di qualcosa nella sua perfezione, manca di una vera e propria anima, è tutto concentrato sulla sua storia, anzi, sulla STORIA. Nonostante questo è un film più che dignitoso appunto su un pezzo di storia con molte ombre e pochissime luci della Francia di fine '800. Voto: 7

venerdì 12 luglio 2019

Quello che non so di lei (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2019 Qui - Delphine, una scrittrice di successo, firma autografi e dediche sulle copie di suoi libri a una sfilza di fan adoranti, in una libreria. Lei però è sfiduciata, depressa, in crisi, creativa e personale. E così quando una di questi fan, la giovane Elle le si avvicina con fare suadente e anche sensibile, lei cede alle sue insistenze da stalker cortese (ma non meno invadente). Pian pian entrerà nella sua vita, con modi sempre più decisi: per darle una mano, come assistente di fiducia, a uscire dal suo "blocco" e tornare a scrivere. O per avere qualcosa da lei? Per Delphine, sempre più fragile e in balia di Elle (che scrive anch'essa, ma per altri, come ghost writer) che è entrata nella sua vita (e, letteralmente, nella sua casa), è sempre più difficile capire cosa le stia succedendo. Non si può dir molto, dei tanti fatti e colpi di scena che si susseguono in quello che è a tutti gli effetti un thriller anche se con i consueti tratti personali e autoriali. Roman Polanski ha riempito la sua sterminata filmografia di personaggi e situazioni ambigue come quella raccontata in Quello che non so di lei, tratto dal romanzo di Delhine DeVigane: un titolo un po' scontato e meno accattivante di quello originale D'après une histoire vraie (ovvero, "da una storia vera"). Che Elle sia manipolatrice e non racconti la verità, lo spettatore lo intuisce subito. Molto prima della protagonista, provata dal successo e dalla vita (con un marito distante e distratto e figli grandi che non la chiamano mai). E dall'intreccio tra arte e vita, tra fatti raccontati e fatti reali che si dipana parte la vicenda (e sembra derivare l'interesse morboso di Elle per la scrittrice), con quel romanzo che racconta fatti privati della sua famiglia che le procura l'attenzione del pubblico per la sua "sincerità" ma anche accuse e perfino lettere anonime.