Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/09/2020 Qui - Dall'autore francese letterario e cinematografico, definito anche avventuriero, Nicolas Vanier, quello di Belle & Sebastien (altro caso di film & romanzo), ecco arrivare un'avventura per ragazzi, ma non solo. Dalla storia vera, alquanto incredibile, dell'ornitologo Christian Moullec, prende il via, anzi, prende il volo questa pellicola, una pellicola che racconta una storia in cui è protagonista la Natura in tutta la sua bellezza, la sua primitività e la sua forza. Una storia molto gradevole, che si differenzia dalla solita melensaggine ambientalista (insomma non è una storia alla Greta), ma insegna il rispetto per la natura e gli animali. L'ambientazione del film è splendida non solo per la bellezza naturale delle lagune della Camargue, ma anche per i laghi, le foreste e i fiordi del Nord con eccezionali riprese aeree. Molto bravi gli attori specie Jean Paul Rouve (in C'est la vie - Prendila come viene) e Mèlanie Doutey, ma anche bravo Louis Vazquez al suo esordio cinematografico (il buon cast infatti, che si porta in dote anche Dominique Pinon, l'attore feticcio del regista Jean-Pierre Jeunet, sa dare un volto e una voce non estremamente scontati in un contesto che poteva, e rischiava, di suggerirlo, solo grazie a loro, anche se il dramma latita un pochino, la pellicola porta a casa la sufficienza). La direzione registica infine appare sicura e non deraglia nel sentimentalismo, ma riesce a raccontare una storia avvincente. Certo, il finale a lieto fine, forse un po' ovvio, è quello che tutti si aspettano. Ma dopo qualche tempo finalmente una storia per la famiglia, un racconto morale, senza moralismi, che fa sorridere, diverte, anche se innestato in una struttura narrativa attesa e prevedibile. Voto: 6+
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mercoledì 30 settembre 2020
venerdì 12 luglio 2019
Quello che non so di lei (2017)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 30/04/2019 Qui - Delphine, una scrittrice di successo, firma autografi e dediche sulle copie di suoi libri a una sfilza di fan adoranti, in una libreria. Lei però è sfiduciata, depressa, in crisi, creativa e personale. E così quando una di questi fan, la giovane Elle le si avvicina con fare suadente e anche sensibile, lei cede alle sue insistenze da stalker cortese (ma non meno invadente). Pian pian entrerà nella sua vita, con modi sempre più decisi: per darle una mano, come assistente di fiducia, a uscire dal suo "blocco" e tornare a scrivere. O per avere qualcosa da lei? Per Delphine, sempre più fragile e in balia di Elle (che scrive anch'essa, ma per altri, come ghost writer) che è entrata nella sua vita (e, letteralmente, nella sua casa), è sempre più difficile capire cosa le stia succedendo. Non si può dir molto, dei tanti fatti e colpi di scena che si susseguono in quello che è a tutti gli effetti un thriller anche se con i consueti tratti personali e autoriali. Roman Polanski ha riempito la sua sterminata filmografia di personaggi e situazioni ambigue come quella raccontata in Quello che non so di lei, tratto dal romanzo di Delhine DeVigane: un titolo un po' scontato e meno accattivante di quello originale D'après une histoire vraie (ovvero, "da una storia vera"). Che Elle sia manipolatrice e non racconti la verità, lo spettatore lo intuisce subito. Molto prima della protagonista, provata dal successo e dalla vita (con un marito distante e distratto e figli grandi che non la chiamano mai). E dall'intreccio tra arte e vita, tra fatti raccontati e fatti reali che si dipana parte la vicenda (e sembra derivare l'interesse morboso di Elle per la scrittrice), con quel romanzo che racconta fatti privati della sua famiglia che le procura l'attenzione del pubblico per la sua "sincerità" ma anche accuse e perfino lettere anonime.
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