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sabato 6 novembre 2021

A 30 secondi dalla fine (1985)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/11/2021 Qui - Una pellicola carceraria che si fa inno alla vita (e alla morte) allo stesso tempo e che riflette sul peso dell'odio all'interno di una società sempre più allo sbando. Le regole sono quelle dell'action classico portate al massimo livello di spettacolarità grazie alla corsa impazzita del treno senza controllo sullo sfondo dei paesaggi innevati dell'Alaska (la gelida ambientazione da quel tocco in più, rendendo il film distinguibile), su questo basilare scheletro si innestano le storie personali dei criminali protagonisti, innaffiate da robuste dosi di violenza. Finale epocale ed un Jon Voight sorprendente nella parte "negativa" di un carcerato mezzo matto, soprattutto il personaggio di Manny è infatti ben caratterizzato, il suo complice invece (ma paradossalmente il migliore Eric Roberts visto sul grande schermo) non ha la stessa presenza scenica e la compagine femminile risulta un semplice riempitivo (in questo senso ho faticato a riconoscere la Rebecca De Mornay). Certo gli eventi sembrano essere messi in fila strumentalmente per il divertimento dello spettatore e la verosimiglianza, in generale, sta di casa da un'altra parte, per dirne una, che il Direttore di un carcere si cali dall'elicottero sul treno in corsa per recuperare due evasi destinati a morire per i fatti loro non ha nessun senso. Ma per il resto è a tutti gli effetti un bel film, un film, diretto dal regista prima sovietico ora russo Andrej Končalovskij, basato su di un soggetto del (grande) regista giapponese Akira Kurosawa, decisamente solido e anche ben fatto sotto molti punti di vista, che è un valido esempio di prodotto completo, semplice da seguire, ma anche propenso a generare pensieri e considerazioni non proprio banali. Titolo originale (Runaway Trainmolto più significativo pur nella sua semplicità. A conti fatti l'etichetta di cult non gliela può togliere nessuno. Voto: 7

venerdì 14 agosto 2020

Dune (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 14/08/2020 Qui - Il film doveva essere un kolossal fantascientifico ma non è riuscito pienamente nelle sue intenzioni. Nonostante questo risulta una pellicola godibile e alquanto spettacolare, tanto che la spettacolarità, alla fine, sarà l'unico aspetto che non distoglierà l'attenzione dalla visione di Dune: un prodotto tanto visivamente poderoso (bei costumi, effetti speciali un po' antidiluviani ma comunque di grande effetto, e fantastici i vermoni creati da Rambaldi) quanto manipolato con un procedimento filmico di dubbio gusto. Il peggior difetto del film è da ricercarsi in un svolgimento non sempre chiaro, discontinuo, confuso, troppa carne al fuoco per un solo film (discontinuo nel senso che se la prima parte è a tratti molto lenta, nella seconda parte acquista una velocità incredibile e molte cose nel film che dovrebbero essere narrate meglio vengono trattate in maniera molto superficiale). Sarebbe ingiusto dare troppe colpe al regista dato che questo ha dovuto confrontarsi con un romanzo come quello di Frank Herbert che non ho avuto occasione di leggere ma che a quanto dicono è estremamente complesso. Di certo non hanno giovato nemmeno i tagli fatti per ridurne la durata (questi infatti, voluti a quanto pare dalla produzione della famiglia De Laurentiis, rendono le battaglie finali, nonché la storia d'amore tra Chani e Paul Atreides, precipitosamente avventate e piene di buchi del racconto). Quindi rimane un film particolare di David Lynch (lo era pure lo strano Cuore selvaggio), prima di tutto perché forse per la prima e unica volta il regista si è dovuto adattare alle pretese del pubblico e non viceversa. Comunque si vede la sua mano in molte sequenze, e poi il barone Harkonnen è uno di quei cattivi che il regista tanto rende particolari nei suoi film. Il cast è straordinario ma Kyle MacLachlan è inespressivo per la maggior parte delle inquadrature e altri grandi attori (su tutti Max von SydowJürgen ProchnowPatrick Stewart e Silvana Mangano) assumono il semplice ruolo di comparse. Da notare l'utilizzo di molti attori che con Lynch lavoreranno molto successivamente (Jack NanceBrad Dourif ed Everett McGill, ci sono pure Sean Young Sting). Insomma, Dune non è un film così riuscito come ci si aspetterebbe, in certi punti (va detto) manca di spessore epico, ma non è comunque un film da buttare via completamente. Voto: 6