Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 13/11/2023 Qui - Opera prima di Brian Yuzna nonché mio primo approccio in sua veste da regista, nella sua versione produttore/sceneggiatore invece già ben approcciato, e con buoni risultati, come in questo caso. Society è l'essenza stessa del cinema del regista statunitense, il film che lo rappresenta meglio per la sua impronta stilistica ed il suo modo d'inorridire (low budget e artigianale al massimo come da tradizione). Uno dei body horror più famosi di sempre. Un horror ironico e graffiante che sbeffeggia la borghesia e il Potere in genere. La sua forza sta nell'essere assurdo ed eccessivo senza scadere nel volgare o peggio, nella comicità involontaria. Tutto è ben dosato e, nonostante delle recitazioni discutibili, risulta un film gradevole. Devo ammettere infatti, che nella prima parte si respira un po' di tensione ed inquietudine per gli strani avvenimenti che riguardano il protagonista (a tal proposito un grande complimento per l'uso di disinibite donzelle qua e là). Poi il film esplode in tutto il suo putridume che porta a disgusto ma pure a qualche risata. In questo senso purtroppo, esso non è comunque esente da (grossi) difetti, ma da ricordare soprattutto per il suo "messaggio" (paradossalmente ancora attuale). Un film molto interessante e che spicca per originalità, soprattutto per l'epoca. La metafora che letteralmente si mangia il film, un film fuori dalle righe che decisamente fa centro. Voto: 6,5
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