Visualizzazione post con etichetta Selene Caramazza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Selene Caramazza. Mostra tutti i post

mercoledì 31 luglio 2019

Cuori puri (2017)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/07/2019 Qui
Tema e genere: Dramma romantico tra due ragazzi di diversa estrazione presentato in anteprima al "Quinzaine del Réalisateurs" del Festival di Cannes 2017.
Trama: L'incontro tra un ragazzo di borgata e una ragazza che vive un percorso di castità.
Recensione: Ambientato in una Roma del disagio sempre più frequentata dal cinema italiano, Cuori puri (opera prima di Roberto De Paolis) innesta in questo contesto un sotto-tema particolare, con l'incontro tra il classico ragazzo "di borgata" e una giovane che cerca di vivere la propria giovinezza e insieme la propria fede. A tratti il film ricorda vagamente il recente La ragazza del mondo: là c'era una comunità di Testimoni di Geova, qui una comunità cattolica che dà luce al gruppo "Beati i puri di cuore" (che si ispira a gruppi realmente esistenti), pur molto meno rigido e certamente non aggressivo nel rapporto con la ragazza. Anzi, il sacerdote (reso bene da Stefano Fresi, in genere utilizzato in parti brillanti) è una figura piuttosto dolce e comprensiva verso i giovani, cui parla di perdono prima che di peccato (ma comunque lo sguardo su di lui è bonariamente distante, come se fosse una figura nobile ma fuori dal mondo). Piuttosto, è la madre di Agnese con la sua durezza e mancanza di rispetto verso la sua libertà (pur con l'umanità che riesce a darle Barbora Bobulova) a ricordare quel tipo di genitore dai principi ottusamente ferrei. I mondi agli antipodi di Cuori puri finiscono inevitabilmente per incontrarsi: e conta meno il dipanarsi della vicenda sentimentale, che si sviluppa con qualche prevedibilità, quanto la descrizione dei caratteri e dei rispettivi ambienti. Simone rimedia un posto da custode d'un parcheggio: e la precarietà del lavoro, lo squallore del luogo, la complessità della convivenza con la comunità del campo rom che vive lì vicino sono indagate con uno sguardo cinematografico che si prende i tempi giusti, raccontando una storia e insieme fotografando una realtà umana e sociale, senza didatticismi o spiriti di denuncia posticci. Roberto De Paolis la stessa attenzione la ripone nella descrizione del mondo di Agnese, una comunità di credenti ritratti per una volta non come fanatici bigotti, come dimostra appunto il personaggio di Stefano Fresi. Simone guarda i rom dall'altro lato dell'inferriata che li separa: e all'inizio accade lo stesso con Agnese, a sottolineare l'estraneità tra due mondi che trovano un punto di contatto nei cuori puri del titolo, nella sostanziale bontà di entrambi, che De Paolis registra con sguardo affettuoso e i due attori, bravi, interpretano con giusto smarrimento e fragilità (Simone Liberati e Selene Caramazza, entrambi non professionisti). E se le musiche ogni tanto aggiungono sottolineature che stonano col realismo dell'assunto, sono bravi nella loro naturalezza gli attori, tra cui è da segnalare Edoardo Pesce nel ruolo d'un criminale di mezza tacca meno sentimentale di Simone. Nel complesso film bello ma non bellissimo.