Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/06/2017 Qui - Leggero come una piuma davvero, ma non necessariamente in senso negativo, anzi, dopo Fino a qui tutto bene, un film dagli intenti ammirevoli ma dalla realizzazione divergente, Roan Johnson torna alla regia con la sua opera terza (quarta se consideriamo il segmento di 4-4-2), senza dimenticare l'ultima eccezionale quarta stagione de I delitti del BarLume, e dimostra ancora una volta di saperci fare, creando, più e meglio dei precedenti, una pellicola coesa e divertente, ma soprattutto leggera. D'altronde Piuma, commedia del 2016, selezionata in concorso alla 73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, non potrebbe che rivelarsi come il titolo più azzeccato per questa pellicola dove il tema della maternità prematura viene affrontato, appunto, in una maniera tanto delicata, leggera e sensibile, sebbene in sé stia più esattamente ad indicare il nome della nascitura dei due protagonisti. La trama infatti racconta i nove mesi di gestazione che una giovane coppia di "maturandi" deve affrontare alla scoperta di aspettare un bambino, anzi, bambina. Pertanto vengono esposte tutte le difficoltà e le situazioni, a volte anche tragicomiche, nonché i momenti felici, a cui i due ragazzi, di nome Ferro e Cate (Luigi Fedele e Blu Yoshimi), vanno piano piano incontro, e, cioè, dal rivelare ai propri genitori lo stato della gravidanza (con le conseguenti reazioni personali di ciascun genitore e della famiglia tutta, quella accogliente e "normale" del ribelle Ferro, quella sgangherata e fuori dagli schemi della più assennata Cate), le prime problematiche concernenti lo stato di salute di Cate, la dolorosa rinuncia a partecipare alla vacanza estiva post esame di Maturità in Marocco con un gruppo di amici (che sì, li capiscono, ma devono comunque partire), i crescenti dubbi sulla loro effettiva preparazione, soprattutto psicologica, ad affrontare il proprio ruolo di neo genitori con le nuove responsabilità annesse e connesse, etc... fino al lieto evento.
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giovedì 14 marzo 2019
venerdì 21 dicembre 2018
Fino a qui tutto bene (2014)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 01/04/2016 Qui - Fino a qui tutto bene è un film del 2014 diretto da Roan Johnson, che ha curato per Sky la regia de I delitti del BarLume. Film in cui si racconta di un gruppo di neo laureati i quali devono abbandonare la casa (a Pisa) dove per anni hanno condiviso giornate (durante gli studi), mangiando assieme, scontrandosi, innamorandosi e passando intere nottate sui libri, tra feste, gioie e dolori, al fine di affrontare la propria nuova vita da adulti. Ma quel momento così divertente, acerbo e allo stesso tempo protetto, sta per giungere al termine e i protagonisti dovranno assumersi le loro responsabilità. Prenderanno strade, direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto, incontro a scelte che cambieranno quell'idilliaco equilibrio. Alcuni rimarranno nella propria città, altri sceglieranno di partire per lavorare all'estero. Protagonisti Paolo Cioni (Cioni, l'elemento più stralunato e naif del gruppo, che si avvia a rientrare a casa dai genitori), Silvia D’Amico (Ilaria, una sessualità disinibita che le porta una gravidanza non voluta e un probabile ritorno nella provincia laziale), Alessio Vassallo (Vincenzo, laureato in vulcanologia, destinato a raccogliere l'offerta di una cattedra da professore associato in Islanda), la sua fidanzata Francesca (Melissa Anna Bartolini) che non condividerà con lui la scelta, ma continuerà a sperare in una carriera teatrale nel gruppo "I poveri illusi", insieme ad Andrea (Guglielmo Favilla), frustrato dalla mancanza di occasioni e dalla separazione da Marta (Isabella Ragonese), che invece "ce l'ha fatta". Su tutto aleggia la presenza discreta di Michele, loro amico ed ex inquilino morto in un incidente che cela un suicidio per loro ancora indecifrabile quanto il futuro che li attende. Il film racconta proprio questo, gli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso il momento probabilmente più bello e intenso della loro vita, che difficilmente dimenticheranno.
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