Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 28/02/2019 Qui - Il film Orecchie, dal titolo alquanto singolare, racconta ciò che di assurdo capita in una giornata al protagonista non appena una mattina si sveglia ed avverte un fastidioso fischio all'interno del suo orecchio. Egli dapprima legge il biglietto della propria ragazza che gli comunica che un suo amico (di cui peraltro l'uomo non si ricorda affatto) è improvvisamente deceduto e che il funerale si svolgerà alle sette della sera, poi nel suo girovagare per la città al fine di raggiungere un otorino laringoiatra per farsi diagnosticare la causa del fischio egli viene a contatto con personaggi strambi: dai medici che egli consulta, ad un suo alunno a cui dà lezioni private, ad una direttrice di giornale con cui ha un colloquio per un'eventuale assunzione, alla stessa madre che ha una relazione sentimentale con un artista di strada, al suo ex-professore di filosofia con la consorte sino ad un "originale" prete che deve celebrare il funerale dell'amico. Questa intera galleria di personaggi ed il colpo di scena finale ribalterà completamente l'esistenza del protagonista. Questa è la trama sulla quale si sviluppa questa particolare e intelligente commedia, costata pochissimo (circa 150.000 euro, meno di un terzo di un film low budget) ma molto ben fatta sia sul piano tecnico sia su quello narrativo (la fotografia insieme al montaggio, molto dinamico soprattutto nella prima parte, e l'efficace colonna sonora sono difatti combinati in modo molto fluido e piacevole). On the road a piedi lungo un giorno, l'opera di Alessandro Aronadio (qui al suo secondo lungometraggio) ha un taglio tragicomico, pervasa da un senso di smarrimento e scollamento dalla realtà che appare al protagonista folle e incomprensibile. Un prodotto illuminante, che non si pone l'obiettivo di rendere il mondo un posto migliore, piuttosto cerca di guardarlo in modo diverso, dandogli un'altra possibilità, con l'ambizione di trasformare l'odissea del protagonista in una riflessione esistenziale.
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venerdì 5 luglio 2019
sabato 1 giugno 2019
Io c'è (2018)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/08/2018 Qui - A dispetto di quello che si potrebbe pensare, Io c'è, pellicola del 2018 diretta da Alessandro Aronadio, è una commedia ironica e dissacrante (caustica e divertente) ma mai volgare. Il film e il regista soprattutto infatti, realizza quella commedia impeccabile che fa centro sotto un po' tutti i punti di vista (tuttavia solo parzialmente in alcuni casi). In Io c'è difatti c'è una storia ori-geniale, un senso dell'umorismo costante ma che non eccede mai ed un cast di attori assolutamente in stato di grazia. Giacché in questa commedia, che racconta di un gestore di un bed & breakfast, che subendo la "concorrenza sleale" di un convento di suore, si inventa una religione per non pagare le tasse (situazione che ovviamente creerà assurde situazioni), tutto è al suo posto, tutto è perfetto. In primissima istanza si lascia apprezzare il coraggio dell'autore di aver voluto ironizzare, talvolta in maniera velata ed altre in modo più diretto, su un argomento che nel nostro Paese è sempre un po' tabù: la religione. Ma la capacità di Aronadio è quella di scherzare sulle religioni, tutte e non solo quella cristiana, in modo intelligente e spiritoso senza correre il rischio di poter offendere la sensibilità di nessuno. Quelli che vengono messi alla berlina, infatti, non sono le religioni in quanto tali bensì molti usi e costumi legati ai culti sacri, tanti dei quali hanno davvero dell'incredibile senza il necessario bisogno di esagerazioni al fine di generare risate. In questo Io c'è fa un centro clamoroso e molte sequenze, come il pernottamento del protagonista al convento delle suore o la genesi dello Ionismo (che poi in verità come religione non è un'idea del tutto malvagia, essere dio di se stessi e quindi cercare in noi la forza per andare avanti e fare le cose senza aspettare che cadano dal cielo, non è una brutta idea), riescono a suscitare grasse risate pur mantenendo il massimo rispetto verso qualunque credo religioso. E comunque Io c'è, che non è un film religioso, si rivela però e inaspettatamente profondo e intenso.
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